GIOVANNI TODESCO, UNA VITA DI IMPEGNO E DI TESTIMONIANZA
Se n'è andato anche lui, nel silenzio della sua casa, circondato dall'amore dei famigliari e dalla solidarietà di tutta la comunità, ha chiuso la sua sofferta giornata terrena per ricongiungersi, attraverso la terra, al suo creatore Giovanni Todesco, John per gli amici, per tutti.
Figura molto conosciuta in paese per il suo impegno nei vari campi del sociale, è stato uno spirito libero, poliedrico, in tutte le sue attività, le sue passioni, i suoi hobby ci ha messo sempre l'anima, la massima partecipazione,curando nei minimi particolari ogni suo progetto e ogni suo proposito.
Balzato agli onori della cronaca per la scoperta di Ciro, il primo fossile di dinosauro italiano e passata sui libri di paleontologia, riscrivendone la storia, come la scoperta più importante nel settore del XX secolo, John non ha mai perso il contatto con la realtà, è sempre rimasto se stesso, con i propri valori intimi e genuini, con il desiderio di aiutare e di mettersi a disposizione degli altri. Alla domanda rivoltagli dallo scrivente su quali sensazioni provasse ad essere il “ papà” di Ciro, il piccolo dinosauro di 110 milioni di anni, rispondeva:
- E' una sensazione unica, intensa, profonda. Il corpo di Ciro è come un'enciclopedia mummificata. La soddisfazione che si prova è veramente pregnante, ma maggiormente è gratificante l'aver contribuito a mettere a disposizione della scienza universale una scoperta di questa portata.
Grazie alle sue conoscenze nel campo paleontologico, è stato spesso chiamato a condividere con i bambini delle scuole le sue scoperte, la sua passione per i fossili, a svelare l'arcano mondo antico e quando parlava con loro gli occhi suoi luccicavano, come il piccolo esploratore che affronta l'immensità del passato, per scoprire i segreti della vita e della storia.
La sua opera non si ferma solo a questo campo, forse il più visibile e il più noto, ma si è sempre impegnato per il proprio paese ,per la propria comunità parrocchiale in maniera diretta. In parrocchia ha messo a disposizione il suo tempo quale componente del Consiglio Pastorale, come direttore del coro parrocchiale, non si è sottratto neppure all'impegno civile in qualità di amministratore comunale, convinto che chi possiede un talento lo deve spendere ed investire per gli altri. Nel 1998 è tra i soci fondatori del Coro “El Biron”, divenendone nel 2002 Maestro e Presidente e riconfermato ininterrottamente fino al momento della sua dipartita. John vive per il coro, profonde il suo tempo e le sue energie, organizza viaggi, concerti con gli emigrati all'estero, curando tutto nei minimi particolari e riscuotendo innumerevoli attestati di stima e di apprezzamento. La vita in passerella, tuttavia, non gli è congeniale, vi partecipa quando proprio non può sottrarsi, egli è figlio di questa terra e si esalta intimamente di più quando può mettersi a disposizione di chi ha bisogno, come il fare assistenza sulla strada ai bambini di scuola, sul dare una mano per tingere le aule delle scuole “Stefani”, perché i bambini medesimi possano trovare un edificio decoroso ed accogliente, sul come intrattenere le persone anziane bisognose di ascolto. Le sue capacità di mediare, di gestire le situazioni, anche le più delicate, il saper voler bene agli altri e farsi voler bene erano uniche, condite sempre con la consueta umiltà e disinvoltura, con il suo illuminante sorriso. Poi la malattia, la lunga malattia con la quale ha saputo convivere, quasi scherzare, senza mai abbattersi o compiangersi, gustando fino in fondo ogni giornata che gli era concessa. Ha sempre mostrato profonda dignità, soprattutto nel dolore, grande tenacia, ferma volontà di non voler mai arrendersi di fronte alle avversità della vita, non si è mai esaltato di fronte ai riconoscimenti ufficiali, quali la premiazione da parte del Ministro Costa per la scoperta del piccolo Ciro o la proposta di nomina a Cavaliere della Repubblica, John è sempre rimasto se stesso, non ha mai perso il contatto con la normalità e il suo vivere comune. Per la famiglia, per la moglie Giovanna e i figli Valeria e Alessio e i numerosi nipoti nutriva quasi un senso di adorazione, gli sembrava quasi di non meritarsi tanta fortuna e benevolenza da parte del Signore. Con la sua dipartita l'intero paese ha perso un pezzo della sua storia e si sente più povero. Ed allora gli mandiamo tutti un abbraccio ideale, per ripetergli quanto gli volevamo bene e quanto ci manca.
Ciao John, ciao da parte del giornale L'Alpone, del coro El Biron, ciao da parte di tutti.
Gianni Sartori.